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Alfasud Sprint

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ALFASUD SPRINT - 1976

Il 21 Settembre 1976, viene presentata e allo stesso tempo commercializzata in Italia, Germania, Francia e Svizzera, l'Alfasud Sprint. Il resto d'Europa dovrà aspettare Gennaio 1977.

 

La linea si presenta differenziata dalla berlina, non solo perché si tratta di un coupè, ma proprio per le linee abbastanza spigolose e con una forma leggermente a cuneo, non molto dissimile dall'Alfetta GT poiché hanno il padre disegnatore in comune, ma sempre con una linea di cofano e di cintura bassa, dovuta alla presenza del motore boxer.

E proprio grazie a questo tipo di motore che si ottengono linee filanti e pronte a fendere l'aria per una configurazione aerodinamica ottimale degna di una sportiva Alfa Romeo. Il lunotto molto inclinato snellisce la coda, spigolosa, che viene tagliata di netto per formare un quasi naturale accenno di spoiler, ma ciò non influisce sull'abitabilità interna.

Un segno molto insolito per un coupè è la presenza dei finestrini posteriori abbassabili, anziché con la più comune apertura a compasso, anche questo segno della sua razionale struttura.

Poi in una vera sportiva Alfa Romeo, soprattutto in quell'epoca, è d'obbligo la presenza di gruppi ottici anteriori circolari; infatti vi sono quattro fari tondi allo iodio gemellati, del diametro di 130 mm, perfettamente integrati nella calandra nera che raccoglie anche lo scudetto cromato, raccordato ai fari per mezzo di due baffi, anch'essi cromati, per parte.

I paraurti sono cromati e molto avvolgenti alla carrozzeria, protetti da una cintura di gomma nera, e quelli anteriori raggruppano anche gli indicatori di direzione, rettangolari di plastica trasparente e bianca. Lo spoiler anteriore non nasce con la carrozzeria, ma è applicato per mezzo di bottoni.

Gli indicatori di direzione laterali sono delle gemme tonde, arancione, poste davanti al passaruota, mentre i gruppi ottici posteriori sono divisi in tre parti. Due parti posso essere raggruppate in una poiché sono i gruppi ottici primari, due trapezi, ognuno dei due diviso orizzontalmente da una sottile striscia nera dove la parte superiore è dedicata interamente alle luci di posizione poste in due parabole, mentre la parte inferiore è divisa, verticalmente, in due parabole, quella più esterna riservata all'indicatore di direzione e quella più interna allo stop. Il terzo corpo invece è una fascia che raccorda i due gruppi ottici primari: in questa barra sono presenti alle estremità le luci retromarcia e nel mezzo una scritta "Alfasud" che ha anche la funzione di luce targa. Infine i catadriotti sono rettangolari e posti sotto i gruppi ottici.

Dietro al finestrino posteriore è presente uno sfogo d'aria circolare rifinito con un coperchietto di plastica nera con un quadrifoglio in rilievo, dal bordo cromato e l'interno dei petali è retinato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il portabagagli stupì subito per la sua capacità di ben 325 dm³, squadrato,  totalmente sfruttabile, che si nasconde esternamente fra le linee compatte della carrozzeria.

Notevole è lo spazio anche per i passeggeri posteriori, dove i sedili sono rivestiti in finta pelle (o, se si preferisce, in texalfa) sulle fasce laterali e in panno tipo scozzese nella parte centrale.

La plancia, totalmente ricoperta in materiale antiurto ed antiriflesso racchiude tutta la strumentazione (tachimetro, contachilometri totale e parziale, contagiri elettronico, manometro olio, termometro acqua e livello di carburante), le spie (starter, livello liquido freni, pressione olio, alternatore, temperatura acqua, luci di posizione, abbaglianti, indicatori di direzione e riserva di carburante) ed altri comandi, tipo la regolazione della luminosità del quadro.

Sono presenti di serie posacenere, accendisigari, orologio al quarzo, cassetto portaoggetti con accensione luce all'apertura e vano per la radio.

Altra chicca annessa e connessa sempre con la plancia e i comandi elettrici è stato l'ingegnoso studio per evitare di allontanare le mani dal volante. Infatti tutti i dispositivi, eccetto il lunotto termico, l'azzeratore del contachilometri e gli organi di aerazione, vengono azionati da due leve poste dietro al volante: la sinistra aziona i comandi di direzione e di illuminazione, la destra invece il clacson, il ventilatore e il tergicristallo (entrambi a due velocità) e il lavavetri elettrico è azionato tramite la pressione di un pulsante sull'estremità della leva.

Il prelievo dell'aria esterna dell'impianto di climatizzazione avviene lontano dal livello della strada, infatti esso è posto alla base del parabrezza tramite una vaschetta isolata dal motore; da qui l'aria entra nell'abitacolo attraverso due circuiti indipendenti: il primo tramite due diffusori di forma semisferica posti ai lati della plancia, che fornisce aria fresca regolabile sia come flusso che come direzione, mentre il secondo è il vero e proprio impianto di climatizzazione, che fornisce aria a temperatura regolabile attraverso due bocchette circolari poste centralmente e sopra la plancia. Poi l'aria viene convogliata nuovamente fuori tramite le feritoie circolari col quadrifoglio poste esternamente sui montanti posteriori.

Per quanto concerne il motore credo che la sua validità abbia trovato più volte riscontro della sua ottima riuscita nei vari collaudi e dell'impiego nelle corse.

 

Quattro cilindri contrapposti, 1286 cc. (80x64) con un carburatore doppio corpo, rapporto di compressione 9:1, potenza massima 87 CV-SAE (76 DIN) a 6000 giri/1' (64,0 kW), coppia massima 12,1 Kgm SAE (10,5 DIN) a 3500 giri/1' (118,7 Nm), coppia conica 9/37, testa in lega leggera e basamento monoblocco in ghisa ad alta resistenza.

Le prestazioni e i consumi vengono così riassunti:

- Velocità massima...............................165 km/h

- Accelerazione: 1 km da fermo.............34,6 sec

- Ripresa: 1 km da 40 km/h...................36,5 sec

- Velocità a 1000 giri in V.......................27 km/h

- Diametro di sterzata.................................9,4 m

- Capacità serbatoio.....................................50 l

- Consumo a 80 km/h......................6,0 l/100 km

- Consumo a 100 km/h....................7,2 l/100 km

- Consumo a 120 km/h....................9,0 l/100 km

- Consumo a 140 km/h..................11,4 l/100 km

- Autonomia.....................................oltre 500 km

 

L'impianto frenante è sviluppato su quattro dischi ed un doppio circuito con freno di stazionamento sui dischi anteriori. I dischi hanno diametro di 258 mm per quelli anteriori, e 233 mm per quelli posteriori, mentre il recupero di usura delle pastiglie è totalmente automatico e l'uso del freno viene alleggerito dalla presenza del servofreno.

 

Altro vantaggio che offriva l'Alfasud Sprint ai clienti era il fatto di essere semplice. Infatti, per esempio, se su una serie di interventi la media delle cinque principali concorrenti era di quattro ore, quelle impiegate sull'Alfasud Sprint erano due e mezza.

 

Il prezzo di listino all'epoca si aggirava attorno ai 5.600.000/5.650.000 lire, ovviamente a pagamento: orologio, ruote in lega leggera e vernice metallizzata.

I colori disponibili erano: bianco Capodimonte, blu Posillipo, bruno Cilento, arancio Capua, giallo Pompei, rosso Alfa, rosso corallo Torre del Greco, verde Matese, verde Faito metallizzato e grigio Nisida metallizzato.

 

 

 

 

 

 

 

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Parte delle fotografie e dei dati tecnici sono stati gentilmente forniti dal "Centro Documentazione Storica Alfa Romeo".